LA ZONA


Il sestiere di Pré è un tassello cruciale nel mosaico del centro storico genovese. Da sempre, è una delle porte di ingresso dal mare e dal porto verso il tessuto cittadino, luogo di incredibile sedimentazione delle tracce che i secolari transiti hanno lasciato e ancora lascianonei loro continui passaggi.















Si possono riconoscere, percorrendo l’asse che dalla Commenda di Pré, attraverso Porta dei Vacca, conduce in via del Campo, Piazza Fossatello e Via San Luca, fino ad arrivare in Piazza Banchi, gli elementi significativi della sua evoluzione nel tempo. 

Dalla storia di uno dei più antichi porti del Mediterraneo cristallizzata nei suoi palazzi e nelle sue botteghe tradizionali, alla diaspora della globalizzazione visibile nei vuoti delle attività commerciali dismesse, fino ad arrivare al nuovo corso di un turismo internazionale.







Prè, come altre zone del centro storico genovese, prima da fuori e poi da dentro le mura, è stato un crocevia nevralgico per il servizio fornito ai viaggiatori, in entrata alla città o al porto. In epoca medievale gli ordini monastici favorirono l'urbanizzazione della zona e con i loro ospitali, diedero alloggio e assistenza ai viaggiatori che transitavano per il porto di Genova diretti in Terra santa, in Africa e in Oriente.
Il primo e più conosciuto di questi ospitali fu la Commenda di San Giovanni di Prè dei Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme, costruito nel 1180, fulcro religioso fondamentale prima della costruzione della cattedrale di San Lorenzo, dove vennero deposte le presunte ceneri del Battista e dove soggiornarono due Papi Urbano V e Urbano VI. Soppressi per legge nel 1798 gli ordini religiosi, il complesso venne ripetutamente restaurato mantenendo comunque il suo originale stile romanico; arrivato ai giorni nostri, ospita dal 2022 il MEI, Museo Nazionale dell’immigrazione, interessante e singolare incontro tra storia, attualità e cultura del mondo.
Tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900 il sestiere ritornò nel suo antico ruolo di centro di ospitalità per chi dalla Liguria e dal nord Italia si imbarcava sui transatlantici, in direzione dell’Argentina o degli Stati Uniti, per un viaggio alla ricerca della speranza di una vita migliore.

La rivoluzione urbanistica delle grandi strade nuove e più facilmente percorribili, Via Balbi da un lato e Via Gramsci dall’altro, fecero perdere al sestiere il suo ruolo di passaggio delle persone in viaggio, trasformandolo nel dopoguerra, anche grazie alla sua conformazione urbanistica di “caruggio” strettissimo, in un crocevia di scambio di merci illecite o di contrabbando che lo resero popolare e a suo modo turistico in tutto il panorama nazionale.



Il boom economico degli anni ‘60, l’industrializzazione della città e il fenomeno edilizio postmoderno, intensificheranno lo spostamento degli abitanti verso nuovi quartieri nati in città, lasciandone i segni ancora oggi visibili nello svuotamento degli appartamenti e dei negozi con conseguente abbassamento del valore immobiliare e reinsediamento di nuove comunità provenienti dai grandi flussi migratori globali.



L’offerta commerciale attuale è contrapposta e pittoresca, si è sviluppata in parte sui bisogni di queste nuove comunità: generi alimentari, prodotti tipici dei paesi di origine, pietanze, oggetti di uso quotidiano appartenenti alle abitudini personali e servizi di supporto, ed in parte diventando rivendita per beni a bassissimo costo provenienti dalla grande distribuzione asiatica, sbarcata e facilmente spostata dai container del porto ai magazzini del centro. In contrapposizione ci sono le botteghe storiche o le nuove botteghe di proposta di prodotti e antiche tradizioni genovesi. 





Lo scopo è univoco per tutti: intercettare i flussi della nuova vocazione turistica della città, sia essa fatta di persone arrivate tramite lo sbarco fugace di una nave da crociera o fatta di persone che decidono di dedicare qualche giorno alla visita del centro storico più grande d’Europa e patrimonio Unesco dell’umanità.






Le criticità del quartiere sono evidenti ed innegabili, “tradizione” della zona ma costantemente rinnovate nei suoi attori principali, tra smerci, contrabbando, spaccio e prostituzione.
Ed in questo l’immigrazione, sia essa italiana o straniera a seconda dei periodi, ha sempre tristemente contribuito al suo successo.




E in questo contesto che il progetto daBanchi—aPré
(Centro culturale commerciale sperimentale) andrà a operare con l’obiettivo di valorizzare l’asse viario da Banchi a Pré e le attività commerciali che vivono il sestriere.





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